IL RUOLO DELLE “VARIANTI” NEL POWERLIFTING

.

Le cosiddette “varianti” nel powerlifting hanno un ruolo fondamentale nella costruzione della forza massimale. Il loro scopo è quello di correggere i punti deboli di un’alzata, evitando la dispersione di energia e ottimizzando la performance.

Immaginate per un attimo di avere un pallone che schizza in aria dopo essere stato spinto con forza contro l’acqua. Dopo una fase di forte accelerazione, il pallone inizierà gradualmente a perdere energia fino ad arrestarsi del tutto. Ora, se proprio nell’istante prima che il pallone inizi a fermarsi gli diamo un’ulteriore spinta, più o meno intensa, esso subirà una nuova accelerazione che gli permetterà di raggiungere un’altezza maggiore.

Ecco, questo è il ruolo delle varianti nel powerlifting: sostenere l’alzata prima che inizi la dispersione di energia accumulata durante il “momentumfortis”..

Man mano che l’atleta diventa sempre più forte, dovrà inevitabilmente confrontarsi con i propri limiti, spesso percepiti come insormontabili. Le varianti hanno proprio il compito di aiutare a superarli.

Con il tempo, il loro ruolo diventa così centrale che, in base alla specifica variante utilizzata, questa potrebbe arrivare a sostituire quasi completamente l’esercizio principale all’interno di una programmazione.

Ogni variante ha una sua caratteristica, ma tutte condividono lo stesso obiettivo: supportare l’alzata nel punto in cui si manifesta la difficoltà.

Questa affermazione implica la necessità di una conoscenza specifica del ruolo di ogni variante e di come essa debba essere applicata per favorire i progressi dell’atleta, contribuendo così alla costruzione di una programmazione efficace e ben strutturata.

Vedo spesso atleti e preparatori inserire varianti nelle loro programmazioni senza una logica precisa, oppure scegliere varianti che, invece di aiutare l’atleta, finiscono per penalizzarlo. Esistono diverse varianti che possono fare la differenza, mentre altre rischiano di essere controproducenti.

Ad esempio, la panca con board o con catene diventano fondamentali per migliorare la fase di spinta. Allo stesso modo, esercizi come discese e risalite con fermi o a tempo sono estremamente utili per il controllo e la stabilità dell’alzata.

Al contrario, ritengo lo squat dai pin poco utile, poiché tende a destabilizzare l’atleta e compromette la fase di accumulo di energia quindi il successivo momentumfortis, rendendolo a mio avviso illogico.

Trovo invece molto efficaci:
✅ Lo squat box con fermi di diversa durata e discese con risalite a tempo, che migliorano il controllo e la capacità di generare forza.
✅ Fermi nello stacco da terra, sia all’inizio del movimento che subito sotto il ginocchio, per rafforzare la tecnica e la spinta.
✅ Stacchi con elastici o stacchi al ginocchio, entrambi utili per migliorare l’accelerazione e gestirla al meglio.
✅ Lo stacco dai blocchi, ottimo per sviluppare forza nella parte centrale e finale del movimento, permettendo all’atleta di concentrarsi sulla fase di lockout, fase critica dove ormai la dispersione di energia è quasi totale.

Affronterò meglio il ruolo delle varianti nei prossimi articoli analizzandole nel dettaglio e dimostrando con risultati concreti la loro importanza nella programmazione specifica.


 

 

Leggi anche

Allena la tua forza!

Scarica gratuitamente l’ebook per cambiare il tuo corpo e rafforzare la tua mente.